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Magic ItalyPoor little Italy, not that magic after all. The official website for Italian Tourism is just tragic. Not that a few brave people didn’t try to point out a few strange things. It’s just that Italy proves itself to be the country where competent people are pushed in a corner. They might actually get things right. Considering the price taxpayers paid for the website – eight million euros – one might criticise the design as well as the copywriting, but today I’d just like to sum up the dreadful translation fails – not the least of problems, for a website which is supposed to promote Italy as a tourist destination worldwide.

Last February, a post appeared on ProZ. It was a translation agency looking for

new translators for a project commissioned by the ministry of tourism.
The ministry is sending us, and will keep sending us throughout 2010 material from the website www.italia.it that needs to be translated into french, german, and spanish. [all mistakes in the Italian original]

It went on, saying that the Ministry was prepared to pay €9 (gross, of course) for a 2600-character “page”, paid 90 days after the completion of the job. A Letter to Michela Vittoria Brambilla, the Minister of Tourism, published by some colleagues, pointed out that:

A professional translator who is good at their job can translate at the most 10-12 folders (1500-character pages) a day, which is about 6-7 of the Ministry’s 2600-character folders. Accepting this job then, would mean getting a maximum of  €54-€63  a day, before taxes, which end up being an average of 25-30 euros after taxes. In other words, 9 euros for a 2600-character folder, after taking into account the difference in purchasing power, are about the same amount of money that a sweatshop worker in Indonesia gets. The minimum, considering the amount of effort and quality required, would have to be at least three times higher.

There’s not much to add to that. With each passing month, the terrible mistakes that were inevitable under these conditions, began to surface.

Giornalettismo.com published an entertaining collection of the horrors in the French version.

Un Po di Danubio went over the dreadful German translation.

Even a famous Italian journalist, Vittorio Zucconi, wrote about this, although he did made a few rookie mistakes which a few clicks could have avoided. The comments to the post are particularly interesting.

From the point of view of a serious translator, Giornalettismo makes a big mistake, though, when it says

A native French speaker whom we showed the website said the problem is that “it is obvious that the website wasn’t written by a French speaker” – which is obvious and understandable – but nevertheless, “from a country like yours one would expect a better level of French”

Wait a minute. Obvious and understandable my arse, excuse my French. Are we able to find a native French speaker for the translation, or are we back to autarky already? Do we have any idea of how many native French speakers work as translators in our country? Let alone that it’s 2010 and it’s not hard to get them in France. Even if the Ministry chose to go through the worst agency ever, everyone knows that in most cases one should translate into their native language, otherwise – with the exception of rare case of bilingual or near-bilingual people – the translation won’t sound natural, and in the worst cases it will be full of calques and assorted horrors.

The amount of mistakes is unbelievable, really. Check out the website in your language, and let me know what funny fails you find. Remember, price of the website: eight million euros.

Despite all this, in the comment section of Un Po di Danubio, where the author painstakingly explains not only the situation, but the nature of the uncountable mistakes made, we can see a couple of masters in the ostrich technique, part of the silent majority of this sad country:

Luca
If you’re so good, why don’t you work as a translator for the ministry?

Magic Italy,  indeed…

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Magic ItalyPovera Italia, altro che magica. Il sito del Ministero del Turismo è una tragedia che fa bella mostra di sé in vetrina. Una tragedia annunciata, peraltro. Ci avevano provato, alcuni coraggiosi, a far notare alcune stranezze. Ma l’Italia si conferma il paese dove le persone competenti sono generalmente tagliate fuori. Per il prezzo – otto milioni di euro – si potrebbero criticare tanto la veste grafica quanto il copywriting, ma oggi mi preme solo fare il punto sul problema delle traduzioni – un problema non da poco, dovendo il sito promuovere l’immagine dell’Italia anche e soprattutto all’estero.

Andiamo con ordine: lo scorso febbraio è comparso questo annuncio su ProZ, nel quale un’agenzia di traduzione cercava

nuovi collaboratori da inserire in un progetto di traduzione del ministero del turismo.
L’ente ci sta inviando e ci invierà per tutto il 2010 materiale del sito
http://www.italia.it da tradurre in inglese, francese, tedesco e spagnolo. La “cartella” dettata dal ministero è di 2600 caratteri (??) e il prezzo è di 9 euro lordi con pagamento a 90 giorni (sono sempre condizioni del ministero).
E’ un prezzo molto basso ma si deve pensare alla quantità e alla continuità del lavoro.

Ai non addetti ai lavori l’annuncio dirà poco, ma basta un passaggio tratto dalla Lettera Aperta al ministro Brambilla da parte di alcuni colleghi per capire di cosa stiamo parlando:

Un traduttore professionista che faccia bene il suo mestiere traduce fino a un massimo di 10-12 cartelle da 1500 caratteri al giorno, equivalenti a circa 6-7 cartelle da 2600 caratteri. Quella proposta corrisponde, quindi, a una tariffa massima di 54-63 euro lordi al giorno, pari in media a 25-30 euro al netto di contributi previdenziali e imposte. In altre parole, 9 euro lordi a cartella da 2600 caratteri corrispondono, a parità di potere d’acquisto, alla paga giornaliera di un operaio in uno sweatshop indonesiano. Una tariffa minima congrua allo sforzo e alla qualità richiesta dovrebbe essere pari ad almeno il triplo.

Non c’è altro da aggiungere. Di conseguenza, come viene già detto nella lettera aperta

non meraviglia che il sito www.italia.it sia pieno di strafalcioni grossolani e imbarazzanti, che danno una pessima immagine del nostro Paese nel mondo.

E col passare dei mesi gli strafalcioni sono venuti fuori con sempre maggior insistenza. Nell’ultimo mese se ne è parlato molto.

Giornalettismo.com ha pubblicato una divertente analisi degli scempi in francese.

Un Po di Danubio è andato a spulciare errori ed orrori madornali nella versione tedesca.

E persino Zucconi ha trattato il tema, non senza incappare in un paio di erroracci per evitare i quali, fra l’altro, sarebbero bastati tre clic contati. Ma questa è un’altra storia. In ogni caso, lode al buon Zucconi, che dominiddio ce lo conservi. Interessanti soprattutto i commenti.

Dal punto di vista di chi fa il traduttore – sul serio – Giornalettismo fa un errore grave, anche se comprensibile, quando dice

Riassumendo, con le parole di un francese madrelingua a cui abbiamo sottoposto la lettura del sito, il problema è che “è evidente che il sito non è stato scritto da un francese” – il che è ovvio e comprensibile – ma ciononostante “da un paese come il nostro ci si aspetterebbe un francese migliore”.

Eh no. Ovvio e comprensibile ‘sto par di palle, excuse my French. Vogliamo contattarlo un traduttore madrelingua, o siamo già tornati all’autarchia? Abbiamo idea di quanti traduttori di madrelingua francese abitano e lavorano nel nostro paese? Per quanto il ministero abbia deciso di passare per qualche agenzia di cialtroni, si sa che nella maggior parte dei casi bisognerebbe tradurre verso la propria lingua madre, altrimenti – salvo in rari casi di bilinguismo o quasi-bilinguismo – la traduzione non sarà molto naturale, e nel peggiore dei casi sarà maccheronicamente piena di calchi e obbrobri assortiti.

Un Po di Danubio invece si concentra sulla versione tedesca. Che a quanto pare sembra la peggiore, fino a questo momento. Io il tedesco non lo parlo da sei anni, però l’ho studiato, e mi ricordo che dopo due settimane sapevo perfettamente le declinazioni, e dopo la prima lezione sapevo che i sostantivi andavano scritti maiuscoli. Beh, per 9 euro lordi a macromegacartella, ovviamente, devono aver trovato soltanto il Nino Manfredi di Pane e cioccolata. Perché non si tratta di imprecisioni o di mancanza di scorrevolezza, ma di veri e propri strafalcioni.

Vi consiglio caldamente entrambi i post, ma possiamo riassumere dicendo che si va dal “fegato e spiritualità” del francese (roba che neanche Vasco) ai cani da bere di Venezia, dalle “collinette appenniniche” all’apoteosi di “the Verdi’s novels.” (con articolo superfluo, all’italiana, e gargantuesco lapsus interdisciplinare (roba che l’unico altro esempio è questo qui, tanto per vedere a che livello siamo). Addirittura Chico di Un Po di Danubio ha scoperto che

Ferrara è proprietà mondiale dell’Unesco (“Ferrara Unesco-Welteigentum”), insieme ad otto edifici di Ravenna: vittime illustri della cartolarizzazione di Tremonti?

No, ragazzi, sul serio. Bastano dieci secondi su Google – pardon, Gogol – che ci completa l’espressione facendoci trovare maree di siti che ci danno il giusto termine (Unesco-Welterbe). Pochi di più per passare da una lingua all’altra in Wikipedia. Chiunque fosse il povero fesso autore della traduzione, non si è concesso nemmeno quei dieci secondi. Di nuovo, però, a paghe da sottoproletariato indonesiano, chi glielo fa fare?

Insomma, una tragedia continua. Al modico prezzo di otto milioni di euro. Eppure, persino tra i commenti di Un Po di Danubio, che pur ci regala un post dettagliato nel quale spiega punto per punto i vari errori, si presentano i maestri della tecnica dello struzzo, la maggioranza silenziosa di questo triste paese:

Luca
Visto che siete cosí bravi com’é che non lavorate al ministero come traduttori?

Magica Italia…

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