Altro squillo di trombe, altro rullo di tamburi. Dopo mesi di latitanza, il vostro affezionatissimo è contemporaneamente in libreria con due nuove uscite targate Strade Blu. Mi tocca fare un po’ di pubblicità, anche se si tratta di due libri che in un mondo ideale andrebbero a ruba da soli. Vi ho già segnalato la pubblicazione di Galveston, di Nic Pizzolatto. Due settimane dopo, però, è uscita un’altra delle mie fatiche, l’imperdibile Ogni cosa è importante! di Ron Currie, Jr.
Si tratta di un pezzo di bravura non da poco. Ron Currie Jr. ha esordito con il “romanzo in racconti” God is Dead, che sto traducendo al momento. Dopodiché è passato al romanzo vero e proprio, e ha pensato bene di farlo in grande stile. Perché secondo me abbiamo per le mani un possibile Great American Novel.
John Junior Thibodeau nasce in una famiglia normalissima nel Maine, ma fin dalle prime righe del romanzo si capisce che Junior non è affatto un ragazzo comune. Una voce nella testa gli comunica verità che nessuna persona sarebbe normalmente in grado di scoprire. Quella più sconvolgente è che il 15 giugno 2010 – ovverosia 36 anni, 168 giorni, 14 ore e 23 secondi dopo la sua nascita – una cometa proveniente dalla Cintura di Kuiper, vicino a Giove, si schianterà contro la Terra scatenando un’energia esplosiva equivalente a 283.824.000 bombe di Hiroshima. Così, con questo fardello terribile di conoscenza, Junior dovrà affrontare e attraversare la propria esistenza. Cresciuto negli anni Ottanta, in un’epoca in cui furoreggiavano le console Atari e le piste di cocaina, costantemente tormentato dalla domanda: “Ma le cose che faccio hanno davvero importanza?”, Junior è alla disperata ricerca di un senso per un mondo che solo lui sa avere i giorni contati.
C’è un che di Donnie Darko in questa premessa. C’è del Kurt Vonnegut nel modo in cui Currie mescola satira, umorismo nero e fantascienza. Ma soprattutto c’è proprio lui, Ron Currie Jr., un acuto osservatore della storia americana degli ultimi trent’anni, dotato di una sensibilità fuori dal comune e di un coraggio che lo porta a fare a brandelli le convenzioni della narrativa per regalarci un romanzo godibilissimo e ricco di significati, che vi farà balzare sulla sedia più di una volta, con un sorriso incredulo in volto. Fidatevi.
La traduzione è stata un viaggio meraviglioso. Currie racconta questa storia fra il familiare e l’epico servendosi di molteplici voci che si alternano a far da narratori. Il protagonista, Junior, con la sua intelligenza fantascientifica e il cinico nichilismo che gli deriva dalla terribile consapevolezza della fine imminente. Suo fratello Rodney, che da bambino ribelle diventa un campione di baseball. Il padre John Sr., commovente ritratto di quel tipo d’uomo che parla poco ma fa due lavori per mantenere la sua famiglia, senza lamentarsi mai. Forse il personaggio più toccante del libro. La madre, Debbie, una casalinga fantasma schiacciata dal passato. Amy, l’amore di sempre, affascinante e disarmante, praticamente la ragazza alternativa ideale degli anni ’90. E, infine, la voce che più di tutti contraddistingue questo libro, ossia quella che Junior sente nella sua testa sin da quando è stato concepito, e che non di rado lo guida lungo il corso della sua esistenza, con un vena piuttosto sarcastica nel descrivere le dinamiche della vita umana con spietata lucidità.
Credo sia facile capire quanto sia stato stimolante calarsi nei panni di tutti questi narratori e rendere la diversità delle loro voci in italiano. Sono orgoglioso di aver potuto tradurre in italiano questo libro, e spero sinceramente che abbia il successo che merita – e lo dico spassionatamente, io non prendo una lira di più.
Buona lettura.