Non so come siate arrivati qui, ma benvenuti. Si parte, con tanto entusiasmo e poche certezze.
Dovrei cominciare col presentarmi. E allora, senza indugi: Giuseppe Manuel Brescia. Savonese, da quattro anni a Brisbane, Queensland, Australia. Rampante traduttore letterario. Un’ossessione per le parole e le lingue che ha radici dove la mia memoria non riesce a vedere. Direi che per ora può bastare.
Perché di punto in bianco, ho deciso di versare l’ennesima goccia nell’oceano della blogosfera? Al di là della passione, del narcisismo e dell’interesse, al centro di questa avventura c’è la voglia di dare il mio modesto contributo per un più giusto riconoscimento del prezioso lavoro di noi traduttori. Perché, e lo vedremo in dettaglio nei prossimi post, non è esagerato affermare che il ruolo della traduzione nella storia umana è stato a dir poco centrale.
L’intenzione quindi è parlare della traduzione, specie della traduzione letteraria, il mio campo di specializzazione. La speranza è di farlo tanto con colleghi e addetti ai lavori quanto con lettori e semplici curiosi. Con i colleghi mi piacerebbe conversare, andando al di là delle questioni meramente tecniche ma senza neanche perdersi troppo nelle teorie. Per quanto riguarda tutti gli altri sarebbe bello se il loro passaggio fosse un’occasione per ricordare che quando ci godiamo un libro o un film straniero significa che qualcuno, in una stanza, davanti a un computer, ha passato mesi dentro quell’opera per darci l’opportunità di farci trascinare altrove. E ovviamente non stiamo parlando solo di intrattenimento.
Sono state coniate innumerevoli similitudini e metafore per descrivere il nostro lavoro. Amara Lakhous, nel suo intelligente e godibilissimo Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, butta lì una piccola gemma, che a mio modesto parere batte parecchi studiosi della traduzione:
“Qualche volta mi considero un contrabbandiere: attraverso le frontiere della lingua con un bottino di parole, idee, immagini e metafore.”
Ed è proprio questo che facciamo. Sotto la rassicurante superficie della familiarità linguistica, l’opera tradotta porta con sé esattamente questo: idee, immagini, metafore di contrabbando, elementi e principi che provengono dall’altro lato della frontiera linguistica. Storie aliene che, immerse nell’accessibilità della traduzione, si impiantano al di là del confine, dando vita, letteralmente, a nuovi modi di percepire, ordinare, concepire la realtà.
Fermatevi un istante e pensate al ruolo vitale della traduzione nella storia del progresso umano. Gli esempi sono letteralmente innumerevoli. Pensiamo a come si sarebbe evoluto l’impero romano se l’influsso del pensiero greco, contrabbandato dalle traduzioni, non avesse progressivamente modificato i mores maiorum.
Come sarebbe l’Europa moderna se le idee di francesi e tedeschi, inglesi e spagnoli, russi e italiani, non si fossero impollinate vicendevolmente per mezzo delle loro opere tradotte?
Immaginate di non aver mai letto Hemingway, Garcia Marquez, Pennac, Kundera, o qualsiasi altro autore straniero vi abbia aperto la mente. Impossibile immaginare come penseremmo, ma di certo le nostre teste funzionerebbero in modo molto diverso.
Insomma, credo sia chiara l’idea di fondo. Parleremo di questo – e di molto altro, ovviamente – con analisi, notizie, riflessioni, casi di studio, traduzioni originali. Se vi interessa, mi troverete qui. Passate, leggete, ruminate, postate commenti, critiche, spunti di riflessione.
A presto.
ciao contrabbandiere di parole! e un caldo benvenuto a te e al tuo blog.
G
Grazie, carissimo. Vediamo un po’ che succede…
I leader mettono in discussione lo status quo. Comunicano la loro visione del futuro.
Attivano la comunicazione tra i sostenitori. Creano una cultura attorno a un obiettivo e coinvolgono gli altri in questa cultura.
Auguri per questa nuova avventura.
Da un blogger di lungo corso.
Ammazza, robetta da poco! Grazie di tutto!
mannaggia, un collega corregionale e mi si va a trasferire all’altro capo del mondo?
auguri dal capoluogo!
anna c.
Grazie Anna, e benvenuta!
La distanza geografica è di certo notevole, ma teniamoci in contatto!
Un sauto dagli antipodi
GMB
[…] potrei essere più d’accordo. Questo concetto di fertilizzazione incrociata (nel mio primo post parlavo di impollinazione incrociata) è sempre stato uno dei miei cavalli di battaglia. Il fatto […]
[…] that inspired this blog’s name, and about which (even if someone just doesn’t get it) I wrote and I will keep writing the sweetest […]
[…] di parole che ispira il nome di questo blog, e del quale (nonostante chi proprio non ci arriva) ho scritto e continuerò a scrivere parole […]